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DiamArt tra ricerca e innovazione

DiamArt tra ricerca e innovazione

Alberto Ferrari, responsabile area ricerca e sviluppo DiamArt, presenta le principali caratteristiche cha fanno delle superfici in micro diamanti un prodotto unico a livello mondiale.

Di cosa si occupa all'interno dell'azienda?

Il mio ruolo è quello di responsabile dell'area ricerca e sviluppo. É un ambito che sento appartenermi perché sono motivato da grande curiosità e passione per tutto ciò che riguarda l'innovazione, la sperimentazione e la possibilità di trovare nuove soluzioni. La mia formazione lavorativa si è svolta grazie ad una lunga militanza all'interno di una grande azienda del settore della lavorazione di utensili diamantati per il taglio del marmo e del granito. Questo aspetto mi ha permesso di costruirmi una base di profonde conoscenze tecniche circa i diamanti, le loro prestazioni e le loro caratteristiche fisiche e chimiche. Un aspetto indispensabile per il ruolo che svolgo attualmente. L'idea di tracciare una nuova via, mettendo a frutto le mie conoscenze e la mia esperienza, mi ha immediatamente entusiasmato. Ne sono scaturiti anni di lavoro impegnativi e fruttuosi.

Parte di questi frutti sono i brevetti?

I brevetti rappresentano un traguardo fondamentale per DiamArt. Con essi non siamo andati a proteggere semplicemente un prodotto, ma abbiamo messo in atto una rivoluzione nell'ambito dell'applicabilità dei micro diamanti. Abbiamo brevettato un concetto: la possibilità di fissare le pietre su di una superficie, stravolgendo quella che era la concezione tradizionale del diamante stesso: non più una pietra singola, ma superfici estese prima inimmaginabili.

Ora siamo titolari di una procedura unica al mondo per cui possiamo produrre superfici di grandi dimensioni dove il diamante è tangibile, esposto per una percentuale certa di pietra, con una caratura garantita e certificata per centimetro quadrato, un fissaggio meccanico e riproducibile che garantisce resistenza all'abrasione e all'usura.

Non solo, le superfici DiamArt sono perfetti monolayer, i micro diamanti infatti non sono sovrapposti né tantomeno impastati fra loro, ma incastonati e fissati uno accanto all'altro su di un solo strato di supporto, mantenendo un effetto vellutato al tatto.

Tutto questo è il primo nostro brevetto che unisce possibilità applicative infinite, resa estetica, resistenza e contenimento dei costi.

Ha parlato di traguardo, in che senso?

Perché un brevetto deve rispondere a dei requisiti ben precisi che sono: novità; innovazione; industrializzazione. Novità perché dev'essere un prodotto che prima non esisteva. Innovazione perché deve portare l'oggetto del brevetto ad un altro livello, non solo un'aggiunta, una miglioria, una modifica di ciò che già c'era. Industrializzazione perché dev'essere un procedimento riproducibile su larga scala. Non basta un modello di utilità, devono esserci queste tre caratteristiche che ne sanciscono la brevettabilità e il fatto di averlo raggiunto è, appunto, l'attestazione di ciò che sono le superfici in micro diamanti di DiamArt. Tutto è partito da una scintilla che si è accesa, alla quale sono seguiti anni di lavoro, ricerca e sperimentazione e finalmente l’ambito traguardo del prodotto di grande qualità che oggi possiamo offrire.

Ce ne sono altri?

Sì, vi sono altri due brevetti, che si possono definire corollario del precedente. Si tratta della possibilità di realizzare superfici colorate grazie ad una tecnica di pigmentazione a maschere che sfrutta la straordinaria trasparenza e capacità di riflettere la luce del diamante. È un processo particolarmente indicato per creare loghi e scritte con effetti cromatici e sfumature di grandissimo impatto estetico e valore economico.

Attualmente qual è la sfida dell'area ricerca e sviluppo?

La sfida, che definirei una costante in DiamArt, è quella di trovare sempre nuove soluzioni applicative a supporti sempre diversi. Ciò è dato soprattutto dalla nostra volontà di rispondere il più possibile ai desideri dei committenti che ci chiedono elevatissimi standard di customizzazione. Noi siamo già in grado di offrire una vastissima gamma di possibilità per personalizzare il proprio prodotto ma non è raro che ci vengano presentate richieste che ci pongono di fronte a nuove sfide. Ed è qui che siamo spronati a trovare nuove ed inaspettate soluzioni.

Guardando al futuro?

Ricerca e sviluppo sono costantemente proiettate al futuro, per definizione, pur posandosi su radici profonde. Mi piace pensare ad una evoluzione costante, sempre tesa a rispondere alle esigenze di un mercato complesso come è quello in cui ci muoviamo. Nuovi materiali, nuove combinazioni. Ogni input che ci viene offerto diventa stimolo per cercare nuove strade e nuove possibilità per arricchire ed impreziosire sempre di più le nostre applicazioni in micro diamanti.

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